Il commercialista oggi: oltre al “fare i conti”, c’è di più

Il commercialista oggi: oltre al “fare i conti”, c’è di più

La figura del commercialista, nell’immaginario comune, è spesso associata ad un persona alle prese con numeri, cifre e leggi, intenta a far quadrare i conti. Questa rappresentazione è vera ma anche imprecisa, almeno al giorno d’oggi.

Lo stesso Decreto legislativo (D. Lgs n.139/2005), che disciplina l’esercizio della professione, individua altre 28 attività che il commercialista può svolgere, oltre a quelle inerenti al fisco. 

In generale, egli può supportare le imprese che intendono riorganizzare il proprio assetto al fine di migliorare l’efficienza dell’organizzazione. In questo caso, il commercialista propone soluzioni organizzative, modelli di gestione, strumenti di controllo e di mitigazione dei rischi… insomma, fornisce una consulenza direzionale e strategica

Questo può farlo perché:

  • ha a disposizione competenze, trasversali e specialistiche, che gli permettono di fare un’accurata analisi di bilancio, quantitativa e qualitativa, sullo stato di salute generale dell’impresa;
  • ha l’obbligo (Codice deontologico 2016, art. 8, quinto comma) di mantenere la propria formazione professionale sempre aggiornata, il che gli consente di poter proporre soluzioni organizzative adeguate alle esigenze del presente. 

Se poi si parla di implementare strategie aziendali di sostenibilità, allora il commercialista gioca un ruolo da protagonista perché aiuta le aziende ad integrare i criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG). Funzione, questa, accordatagli anche dalla normativa comunitaria sulla sustainability disclosure, che affida a Dottori commercialisti ed Esperti contabili, il compito di affiancare le imprese nelle attività finalizzate alla rendicontazione del bilancio di sostenibilità. 

In concreto, il commercialista che agisce come consulente della sostenibilità, fotografa la sostenibilità già presente in azienda, definisce gli strumenti migliori per comunicarla all’esterno e pianifica il miglioramento a medio-lungo termine, insieme al management aziendale. 

Più nello specifico, egli può:

  • redigere il bilancio dell’impatto ambientale dell’azienda, individuare le aree critiche da migliorare, e sviluppare le strategie per migliorare l’efficienza energetica;
  • aiutare l’azienda ad implementare politiche di responsabilità sociale d’impresa, volte a creare un ambiente di lavoro equo, sicuro e formativo;
  • supportare le aziende nell’adozione di pratiche di buona governance per far sì che l’azienda operi con trasparenza, integrità e responsabilità.

Possiamo dire, in sintesi, che il commercialista aiuta l’azienda cliente a comprendere quali obiettivi e azioni mettere in campo per soddisfare gli indicatori di sostenibilità, sempre più richiesti da banche, fornitori e consumatori.

Ecco, dunque, che quell’immagine della persona sola, che maneggia cifre e conti, si rivela distante da ciò che il commercialista può essere e sempre più sarà: un consulente strategico di fiducia.

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